Pessima giornata quella di Domenica 18 agosto, quando nel pomeriggio, e dopo un atteso temporale, presso l’impianto ittico regionale di Cantiano si è manifestata la mortalità, pressoché totale, di tutti i rimanenti riproduttori di trote mediterranee che erano sopravvissuti all’evento alluvionale del 2022, ad opera di uno sversamento illegale di qualche sostanza chimica nelle acque del torrente da parte di ignoti, che ha causato anche una moria diffusa di ittiofauna nel corso d’acqua per oltre tre chilometri fluviali.
 
L’anomalia è stata rilevata nelle prime ore del pomeriggio da parte dei tecnici operanti all’interno della struttura del centro ittico regionale di Cantiano, i quali hanno notato, al termine di un temporale, uno strano comportamento dei salmonidi, parte di quali aveva assunto una colorazione molto scura ed avevano assunto un anomalo atteggiamento natatorio.
 
Da li a breve, il dramma si è compiuto con la morte di tutti gli esemplari che erano presenti nelle prime vasche alimentate dall’acqua avvelenata del torrente Bevano e, nonostante l’intervento delle guardie ittiche volontarie FIPSAS, della Polizia Provinciale e dei Carabinieri Forestali, nulla è stato risolutivo per poter salvare i pesci che erano già in forte stato agonizzante.
 
Contestualmente alle operazioni di prima emergenza, sono state effettuati, dalle guardie FIPSAS e dagli agenti delle forze dell’ordine, ulteriori sopralluoghi lungo il corso d’acqua per verificare eventuali azioni illecite ancora in atto e per rilevare lo stato generale del corso d’acqua, constatando la presenza di trote morte anche al suo interno, indice che l’inquinamento ha avuto esisti nefasti sia per i pesci contenuti nel centro ittiogenico che per quelli selvatici in ambiente naturale.
 
Nonostante siano in corso le analisi effettuate sui campioni di acqua prelevati da ARPA Marche e le indagini proseguano a tutto campo sul territorio per individuare i responsabili, rimane l’amarezza di aver ricevuto, nell’arco di pochi anni, un duro colpo per la produzione di trote autoctone regionali, prima con il danneggiamento dell’impianto ittico nell’alluvione del 2022, ed ora, con la morte dei pochi esemplari ittici che erano sopravvissuti, rendendo così necessario ricominciare nuovamente da capo tutto il processo di riproduzione artificiale di questo salmonide con il relativo diradamento dei tempi di ottenimento di uova e trotelle da seminare nei fiumi delle Marche.
 
Vi è inoltre da sottolineare che, nonostante l’impianto sia in procinto di essere ristrutturato dalla Regione Marche con un importante progetto di riqualificazione di prossimo avvio, questa ulteriore tragedia si aggiunge a quella del blocco istituzionale nazionale delle semine di trote fario sulle acque interne escluse dal progetto di conservazione della trota mediterranea che avrebbe consentito, per lo meno ai pescatori, di poter esercitare l’attività alieutica e contestualmente, fornire supporto alla produzione ittica mirata sia al sostegno della biodiversità e alla produzione ittica di qualità per i torrenti appenninici più pregiati.
 
Ci si auspica solo che la Regione, attraverso i propri funzionari, riesca a gestire questa fase critica con capacità e competenza perché la produzione ittica, la pesca sportiva, la tutela della biodiversità e lo sviluppo dell’ittioturismo non siano vittime dei rallentamenti burocratici che, da anni, soffocano il settore alieutico ritenuto, a priori, responsabile dei danni ambientali alla fauna ittica ma che, in verità, è il primo a correre e a piangere per conseguenze legate alle scelte e alle azioni operate sui fiumi da altre figure che, a vario titolo, li devastano attraverso le azioni di inquinamento ma anche con i famosi interventi in alveo per somma urgenza o per motivi di sicurezza, che non hanno nulla di compatibile con la sopravvivenza dell’ittiofauna e dell’ecosistema fluviale.
 
Luigi Soriani – Presidente Regionale FIPSAS